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tpa
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Scritto - 28/11/2012 : 21:39:30
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O la gestione diretta delle entrate o un Consorzio partecipato dall'Anci che si avvarrà di Equitalia per la riscossione coattiva. Dal 1° luglio 2013 i comuni italiani non avranno altra scelta. In 5 pagine di emendamento al decreto salva-enti locali (dl n.174/2012) all'esame delle commissioni affari costituzionali e bilancio del senato, i relatori Carlo Sarro (Pdl) e Carlo Pegorer (Pd) hanno scritto una vera e propria riforma della riscossione locale che vedrà insieme l'Associazione dei comuni e la società guidata da Attilio Befera.
Equitalia non abbandonerà dunque i comuni e in questo modo scongiurerà gli eventuali esuberi di personale (circa 1.500 dipendenti) che avrebbe dovuto fronteggiare. Mentre l'Anci, che stava pensando di mettersi in proprio per gestire le entrate dei comuni e a questo proposito aveva costituito la società Anci riscossioni con tanto di partner privato già individuato (il gruppo Engineering, in cordata con Poste Tributi), manterrà un ruolo di coordinamento dell'istituendo Consorzio nella speranza, si augurano i sindaci, di poter arrivare a imporre a Equitalia metodi «più umani» di riscossione coattiva (questo è sempre stato l'auspicio del presidente Graziano Delrio).
Il consorzio gestirà dunque le attività di liquidazione, accertamento e riscossione volontaria di tutte le entrate comunali. La riscossione coattiva resterà invece prerogativa di Equitalia che potrà continuare a usare l'«arma» dell'iscrizione a ruolo. I rapporti tra Equitalia e il Consorzio saranno regolati da un'apposita convenzione che, quanto alla remunerazione, prevede quale limite massimo il rimborso dei costi medi di produzione «stimati per le analoghe attività normalmente svolte».
Per l'esercizio delle proprie funzioni, come detto, il Consorzio prenderà in carico il personale in sovrannumero delle società del gruppo Equitalia impiegato nella riscossione per conto dei comuni e il personale dell'Anci che per professionalità risulta «più adatto a garantire l'operatività del consorzio». La scelta del consorzio come detto non sarà obbligatoria. I comuni potranno sempre optare per la gestione diretta delle entrate che dovrà essere svolta in economia o, per gli enti che già gestiscono le entrate tramite società in house, attraverso convenzioni con queste ultime.
L'emendamento non piace però alla Lega che annuncia battaglia sul decreto legge (atteso in aula domani). Per il Carroccio, che alla camera aveva fatto approvare un emendamento per consentire la liberazione fiscale dei comuni da Equitalia approvato contro il parere del governo, si tratta di un blitz concordato tra governo e relatori per mantenere i 1.500 dipendenti di Equitalia «perdendone però 3 mila delle società di riscossione dei comuni che lavorano bene».
«È uno scandalo», tuona Massimo Garavaglia, responsabile del dipartimento fisco, finanze ed enti locali della Lega Nord, «per il metodo con cui è stato presentato, 5 pagine in un decreto che parla di tutt'altro, e perché si tratta una entrata a gamba tesa nella autonomia delle amministrazioni locali che si organizzano come meglio credono e che non amano i metodi di Equitalia».
Riordino delle province. Intanto, si fa sempre più in salita la strada verso l'approvazione del decreto legge sul riordino delle province. Tra pregiudiziali di costituzionalità pendenti come una spada di Damocle e parlamentari molto attenti a non scontentare i territori di provenienza in prospettiva elettorale, il dl potrebbe finire su un binario morto al senato. Il rischio è concreto perché, nonostante la disponibilità del ministro Filippo Patroni Griffi a confrontarsi col parlamento, i tempi sono strettissimi.
Il provvedimento deve essere convertito in legge entro il 5 gennaio 2013, impresa difficile, ma non impossibile a patto però che la camera dei deputati rinunci già da ora ad apportare ulteriori modifiche al testo limitandosi ad asseverare il decreto che uscirà da palazzo Madama. In che modo, è ancora tutto da definire. Perché l'ingorgo istituzionale pendente al senato impone tempi strettissimi e modifiche limitate come ha ricordato con realismo a Patroni Griffi il presidente della commissione affari costituzionali del senato Carlo Vizzini.
«È sotto gli occhi di tutti il momento critico che sta attraversando la legislatura che è ormai agli sgoccioli, cosa di cui spero il governo sappia rendersi conto», ha detto Vizzini. Il termine per il deposito degli emendamenti in commissione scade il 3 dicembre, poi il decreto arriverà in aula dove però Pdl e Lega ripresenteranno la pregiudiziale di costituzionalità ritirata in commissione. Su questo Filippo Saltamartini, relatore per il Pdl è stato chiaro.
Saltamartini ha spiegato di «comprendere bene» le ragioni delle Province, «soprattutto perché sono alle prese con il terzo provvedimento che le riguarda, dopo il decreto Salva-Italia e quello sulla spending review». Dal Carroccio arriva un segnale di collaborazione verso il governo. Roberto Calderoli si è detto disponibile a incontrare Patroni Griffi per riscrivere il testo.
FONTE: ITALIA OGGI |
Amedeo |
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tpa
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Scritto - 29/11/2012 : 21:54:04
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Dopo un fuoco incrociato in commissione al Senato viene ritarata la nuova "riforma" dei tributi locali, l'emendamento varato martedì al decreto 174/2012 per offrire ai sindaci un consorzio fra Anci ed Equitalia come unica alternativa alla riscossione diretta da parte del Comune.
L'intervento, che tracciava una strada opposta a quella appena ipotizzata nella delega (e nella stessa versione originaria del decreto sugli enti locali, che congelava il quadro per altri sei mesi in attesa della riforma), è stata al centro di un braccio di ferro notturno in commissione. Una serie di sub-emendamenti provava a correggere il tiro rendendo opzionale il ricorso dei Comuni al consorzio fra Anci ed Equitalia, ancora tutto da costruire, ma alla fine la proposta è stata ritirata.
L'ennesimo riordino, che in realtà non faceva che intricare ulteriormente un tema nella bufera ormai da 16 mesi, prevedeva che dal 1° luglio prossimo i Comuni, le Unioni e i consorzi avessero due strade per la raccolta delle entrate: la riscossione diretta (oppure tramite le loro società in house), oppure l'affidamento a un consorzio partecipato dal l'Anci, chiamato a utilizzare Equitalia per la riscossione coattiva. Il consorzio sarebbe stato iscritto di diritto all'albo della riscossione locale, e sarebbe subentrato di diritto nei contratti attuali prorogati fino al 30 giugno dalla versione originaria del decreto.
I primi allarmi sono arrivati dai grandi assenti del nuovo panorama della riscossione locale disegnato dal provvedimento, cioè le società private iscritte all'albo che oggi lavorano con circa 4mila Comuni. Dopo la riforma per loro non ci sarebbe stato alcuno spazio, così come per le circa 6mila persone che oggi vi lavorano. Un problema analogo è vissuto oggi dall'agente nazionale della riscossione, che impiega almeno 1.500 persone nella raccolta dei tributi per i Comuni e che rischia di doverli trasformare in esuberi se dovesse uscire del tutto dal campo delle entrate locali.
Nasce anche da qui l'idea del consorzio che però, secondo l'Anacap (l'associazione delle società private), avrebbe cozzato contro i principi costituzionali (nella parte del "subentro automatico" ai contratti attuali) e contro quelli di concorrenza fissati dal diritto comunitario.
Ad attirare gli strali parlamentari, però, è stato anche un nodo tutto politico: da oltre un anno si discute dell'ipotesi di una riscossione «più umana» rispetto a quella di Equitalia, secondo uno slogan portato avanti dagli stessi sindaci che con l'emendamento si sarebbero trovati partner obbligati dello stesso agente nazionale della riscossione. Buttando a mare anche il lavoro portato avanti in questi mesi dalla stessa Associazione dei Comuni, che a giugno aveva varato una gara per la scelta del partner privato con cui dar vita ad AnciRiscossioni.
L'emendamento, insomma, non ha fatto altro che riaccendere lo scontro in un settore che, dal Dl 70 del 2011, sta cercando senza successo un assetto chiaro e definitivo. L'ultimo tentativo è stato scritto nella delega fiscale, che incarica il Governo di fissare i nuovi requisiti indispensabili per i soggetti privati e di scrivere le regole per gli strumenti di riscossione: sempre che la legge riesca davvero ad arrivare al traguardo.
FONTE: IL SOLE 24 ORE |
Amedeo |
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