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Scritto - 26/07/2012 :  19:06:55  Vedi il profilo  Modifica il topic  Rispondi quotando  Vedi l'indirizzo Ip dell'utente  Cancella il topic
«In dirittura d'arrivo» le linee guida del ministero dell'economia, destinate agli enti locali, su come predisporre delibere e regolamenti sull'imposta di soggiorno e sbarco.

E, nel frattempo, «sono in corso riunioni» per realizzare quanto prima un analogo vademecum sul Tares, la Tassa sui rifiuti e sui servizi comunali.
L'annuncio è arrivato ieri, a Roma, durante un convegno organizzato per illustrare il prontuario sull'Imu, l'Imposta municipale unica, già a disposizione delle amministrazioni, stilato da Studiare Sviluppo, la struttura «in house» del dicastero di via XX settembre.
Destinato al supporto di sindaci, presidenti di provincia e regione dell'Obiettivo convergenza (area che comprende Campania, Calabria, Puglia e Sicilia), il testo, insieme alla circolare n. 3/DF del 18 maggio 2012 del Mef, fornisce chiarimenti «attinenti allo specifico tema della potestà regolamentare in materia di Imu» e istruzioni, di cui viene offerto un prototipo, per «assicurare una gestione dell'imposta conforme al dettato normativo, nonché ai criteri di efficienza, economicità, funzionalità e trasparenza».

Composte di 20 articoli, le linee guida chiariscono all'art. 1 che, nell'ambito della potestà regolamentare riconosciuta all'ente ai sensi dell'art. 52 del dlgs 446/1997, e confermata dall'art. 14, comma 6 del dlgs 23/2011, il comune «definisce l'oggetto, le finalità e l'ambito di applicazione del regolamento» sull'Imu, all'interno del quale si tiene conto delle «problematiche e delle esigenze dei contribuenti»; gli art. 2 e 3, poi, individuano il «presupposto impositivo» che, in base all'art. 13 comma 2 del decreto «Salva-Italia» (legge 214/2011), consiste «nel possesso di qualunque bene immobile, sito nel territorio del comune, a qualsiasi uso destinato e di qualunque natura, ivi comprese l'abitazione principale e le relative pertinenze», chiarendo le definizioni di abitazione principale, fabbricati ed aree fabbricabili.

A seguire, vengono identificati i «soggetti passivi» della tassa: l'art. 4 segnala il proprietario di fabbricati, aree fabbricabili e terreni destinati a qualunque uso, il titolare del diritto reale di «usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi (diritto di godimento, con l'obbligo di migliorare la proprietà, e pagare al concedente un canone, ndr), superficie su fabbricati, aree edificabili e terreni», il concessionario (nel caso di zone demaniali) ed il locatario per immobili anche da costruire, o in corso di edificazione (lo è «dalla data della stipula e per tutta la durata del contratto»); il soggetto attivo, quello che accerta e riscuote il tributo, è il comune (art. 5).

Il regolamento municipale deve individuare la base imponibile Imu, e qui, all'art. 6, si legge che ci sono stati «numerosi contrasti interpretativi» (con conseguenti rilievi mossi dagli amministratori al legislatore, citati nel documento del Mef): ad esempio, quando si prevede «fino al momento dell'attribuzione della rendita catastale» l'adozione di un metodo di determinazione della quota da versare «collegato alle iscrizioni contabili», si precisa che tale metodo è «da applicarsi, però, sino al momento in cui il contribuente presenta la richiesta di attribuzione della rendita».

L'art. 9 riguarda la detassazione per l'abitazione principale: si specifica che la deduzione «nell'ipotesi in cui l'unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale da più soggetti passivi, spetterà a ciascuno di essi, proporzionalmente alla quota per la quale la detrazione medesima si verifica».

Gli enti locali conservano, comunque, «ampi spazi di libertà», secondo Paolo Puglisi, direttore della legislazione tributaria e federalismo fiscale del ministero, che vanno «dalla determinazione del valore delle aree fabbricabili, alla facoltà di stabilire importi minimi nell'ambito dei rimborsi, o nel ritardo dei pagamenti».

FONTE: ITALIA OGGI

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