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tpa
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Scritto - 02/04/2012 : 21:00:19
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‘’Finalmente il tema dell’IMU e’ arrivato all’attenzione dell’opinione pubblica. Adesso la confusione normativa non deve essere scaricata sui Comuni’’
. Cosi’ Graziano Delrio, Sindaco di Reggio Emilia e Presidente dell’ANCI ha commentato il grido di allarme dei CAAF che chiedono uno slittamento dei pagamenti IMU di giugno. ‘’Il modo in cui l’IMU e’ stata anticipata al 2012 – aggiunge - non ci ha mai convinto. Un’imposta che doveva diventare il maggiore sostegno alle funzioni dei Comuni si e’ trasformata in un’imposta statale ed ai Sindaci spetta solo il compito di metterci la faccia dovendo alzare le aliquote per rispettare un patto di stabilita’ che non ha senso’’.
‘’I Comuni sono preoccupatissimi per quello che sta accadendo a causa di un modo di procedere che francamente non si capisce. I Comuni non hanno ancora notizie sul gettito IMU che devono mettere in bilancio e questo – evidenzia il Presidente Delrio - la dice lunga sul labirinto normativo che e’ stato creato e dal quale l’ANCI, da dicembre scorso, sta cercando di uscire’’. ‘’Abbiamo avviato una trattativa con il Governo – sottolinea - per aggiustare un po’ di cose e mettere in sicurezza i bilanci. Gli emendamenti che sono stati depositati dai relatori al Senato rispecchiano in parte quanto ci eravamo detti con il Governo.
Anche i passi in avanti relativi agli immobili di proprieta’ comunale o l’accertamento virtuale delle stime IMU rischiano di essere scaricati tutti sui Comuni’’. “Addirittura abbiamo trovato un inasprimento delle sanzioni per chi sfora il patto di stabilita’ che, oltre che sbagliate, vanno nella direzione opposta a quella che ci eravamo dati; il Governo aveva detto: alleggeriamo il patto e mettiamo delle sanzioni piu’ dure. Ad oggi – spiega Delrio - sembra che sia stata dimenticata la prima parte mentre la seconda e’ stata scritta in modo sbagliato’’. ‘’A cio’ si aggiungono le richieste dei CAAF che, se da un lato possono essere anche comprensibili, dall’altro ci preoccupano perche’ rischiano di scaricare il peso ancora sui Comuni i quali si ritroveranno a dover fare i conti con un ulteriore buco di cassa di qualche miliardo di euro: si ha idea – si domanda il Presidente ANCI - di cosa si rischia?’’.
‘’Vorrei fare un ragionamento politico – spiega l’esponente ANCI - - e dire ancora una volta al Governo ed al Parlamento che nelle prossime ore dovra’ affrontare questi temi al Senato che i mesi che ci attendono saranno duri per tutte le categorie sociali ed economiche del Paese. Le istituzioni dovrebbero essere messe tutte nelle condizioni di poter svolgere il loro compito soprattutto nelle fasi di emergenza.
I Comuni sono le antenne e danno le prime risposte sul territorio, ma se si continua a scaricare addosso ad essi il peso di scelte impopolari e contemporaneamente si riducono tutti gli spazi di autonomia allora il rischio che l’emergenza diventi ingestibile e’ molto alto’’. ‘’Faccio un appello – conclude Delrio - ai relatori ed al Governo: in Commissione si lavori in modo serio, si introducano tutte le modifiche concordate e presentate dall’ANCI, si alleggerisca il peso dell’inefficienza sui Comuni e si riporti l’IMU ad essere l’imposta dei Comuni e non una tassa dello Stato che mortifica i Comuni’’. |
Amedeo |
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85st
648 Posts |
Scritto - 03/04/2012 : 14:26:23
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Una situazione "surreale". Cosi' il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, interpellato sull'Imu. "Abbiamo avuto tagli pesantissimi da parte del governo nazionale che hanno messo in ginocchio i Comuni di tutto il paese - spiega - poi il governo dice ai Comuni di aumentare le tasse e meta' delle tasse che i Comuni eventualmente aumentano le prende il governo. Come direbbe Toto', 'ho detto tutto'". De Magistris ricorda che "come Anci abbiamo alzato la voce e il governo non deve sottovalutare la protesta e le proposte dei sindaci. Siamo molto preoccupati, finora risposte all'altezza della nostra preoccupazione non ci sono state.
Ma attendiamo fiduciosi, siamo consapevoli del momento difficile ma abbiamo fatto proposte che possono essere accettate". Una risposta del governo "e' pero' necessaria - sottolinea il sindaco di Napoli - perche' le situazioni nei territori cominciano a essere molto complicate. I sindaci vogliono assumersi le loro responsabilita', ma vogliono essere presi in considerazione da parte del governo" |
Valeriana |
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85st
648 Posts |
Scritto - 03/04/2012 : 14:27:18
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'La mia posizione e' quella dell'Anci, di cui sono membro del direttivo. Ne condivido in pieno le azioni e esprimo piena solidarieta' e sostegno al resto dei Comuni italiani'.
E' quanto ha affermato all’Ansa il presidente del Consorzio dei Comuni trentini, Marino Simoni, intervenendo sulla discussione in corso per la definizione delle aliquote dell'Imu e dei trasferimenti statali agli enti locali.
Per Simoni il problema resta aperto “perche' l'Imu viene definita imposta municipale, mentre di fatto e' un gettito per lo Stato. Siamo consapevoli che si tratti di una situazione particolare, per la congiuntura economica, ma speriamo sia un provvedimento provvisorio e diventi poi un gettito per i Comuni”, conclude il rappresentante dei municipi trentini. |
Valeriana |
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tpa
390 Posts |
Scritto - 04/04/2012 : 14:17:38
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di Angelo Rughetti*
Gli emendamenti al Dl di semplificazione fiscale in materia di Imu lasciano tanti dubbi e mettono i comuni in uno stato di incertezza fino a ottobre.
L'Imu sperimentale è stata introdotta con il decreto "salva Italia". Si tratta di un'imposta complessa che contiene due tipologie di prelievo: la vecchia Ici e una patrimoniale. A differenza dell'Imu come configurata nel decreto legislativo sul federalismo municipale n. 23, l'Imu sperimentale quindi ha una componente statale molto forte che ne ha snaturato l'idea originaria. Nel decreto 23, infatti, l'Imu saldava due imposte (Ici e Irpef sugli immobili) e restava tutta nelle casse comunali per finanziare una buona parte delle funzioni dei comuni.
L'introduzione della componente patrimoniale (errata anche sul piano squisitamente tributario) ha complicato notevolmente le cose perché l'Imu è diventata un modo per lo stato per fare cassa a scapito dei comuni. Si fa passare attraverso una decisione comunale un prelievo che per il 50% del gettito delle case diverse dalla prima andrà direttamente allo stato. Se ve ne fosse bisogno la conferma di questa affermazione è data dalla modalità di riscossione (F24 e non bollettino comunale), dall'impossibilità di adottare regolamenti autonomi per i comuni, dall'imponibilità degli immobili di proprietà comunale (vuol dire che il comune sui suoi beni deve pagare lo stato!!) e adesso dal fatto che si fa pagare la prima rata sulla base dell'aliquota stabilita dalla legge e non dal comune. Gli effetti di queste decisioni sono evidenti e fortemente rischiosi. In questo modo i comuni dovranno farsi carico di aumentare la pressione fiscale e alzare le aliquote non per dare nuovi servizi o migliorare quelli esistenti ma solo per compensare i tagli fatti dal governo e i cui benefici sui conti pubblici sono stati già contabilizzati anche se non sono certi. Si avrà un'ulteriore crisi di liquidità perché verranno a mancare molte risorse (parliamo di miliardi) a causa del taglio del fondo di riequilibrio, da un lato, e il pagamento dell'aliquota standard, dall'altro.
Se i conti di Ifel saranno confermati dai fatti, inoltre, a settembre ci accorgeremo che la coperta è corta: le stime dell'Imu sono state ottimistiche e di conseguenza i comuni hanno subito tagli ingiusti che andrebbero compensati. Ma il nuovo testo del decreto legge sembra già dare per scontata questa ipotesi prevedendo, tuttavia, che non vi saranno nuove risorse anche in caso che gli errori di stima fossero confermati.
La confusione regna sovrana e occorre subito rimettere le mani su tutto l'impianto dell'Imu sperimentale e tornare all'idea originaria della legge 42, prevedendo che l'imposta sia comunale e al massimo si preveda uno scambio fra gettito e trasferimenti.
Nella sostanza si potrebbe arrivare a un comparto dei comuni che avrebbe un'entrata tributaria totalmente autonoma di circa 22 miliardi ad aliquota standard di cui una parte - in base alle capacità fiscali di ogni comune - sarebbe devoluta a un fondo perequativo da distribuire secondo le capacità fiscali e secondo i fabbisogni standard attraverso un accordo di conferenza stato-città e autonomie locali. Un sistema chiuso che responsabilizzerebbe tutti i comuni e che ristabilirebbe un rapporto sano fra cittadino-contribuente e amministrazione locale. (com/ef) *Segretario generale dell'Anci |
Amedeo |
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tpa
390 Posts |
Scritto - 04/04/2012 : 14:22:07
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dal sito www.civicasrl.it
L'ultimo giro di modifiche parlamentari ha risolto le incognite dell'acconto, ma ha prodotto o lasciato inalterati una serie di nodi destinati a creare più di un problema ulteriore al debutto anticipato dell'Imu.
I più gravi discendono dall'escamotage individuato dal Governo con lo scopo di mettere il gettito già "cifrato" dal decreto di Natale al riparo da eventuali sorprese. In pratica, si stabilisce che uno (o più) Dpcm possano intervenire fino al 10 dicembre a correggere detrazioni e aliquote di riferimento, cioè quelle fissate dalla legge statale su cui intervengono le maggiorazioni o le riduzioni comunali.
Il meccanismo, che offre a tutti gli effetti al Governo una delega "in bianco" sulla definizione delle aliquote, senza fissare in anticipo per esempio il tetto massimo delle richieste, solleva un grosso problema costituzionale, perché la Carta stabilisce che «nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge» (articolo 23) e che ogni delega al Governo deve essere caratterizzata da «principi e criteri direttivi». Il doppio passo del calendario sembra incespicare anche sul fronte dell'attività comunale: entro il 30 giugno gli enti locali dovranno approvare preventivi 2012 improntati alla «veridicità» (lo prevede l'articolo 151 del Dlgs 267/2000), ma avranno tempo fino al 30 settembre per decidere le aliquote dell'Imu, cioè una voce decisiva per la colonna delle entrate.
Gli emendamenti riesumano la nozione di «accertamento convenzionale» a giugno delle entrate stimabili in base ai dati a disposizione per quell'epoca, con un meccanismo (già sperimentato senza successo per l'Ici dei fabbricati rurali) che viaggia in deroga a parecchi principi chiave della contabilità. Senza contare che, comunque sia, anche il 30 settembre si rivelerà una data troppo "anticipata" se il Governo deciderà di sfruttare interamente i tempi supplementari che si chiudono il 10 dicembre.
Viaggia nella nebbia anche la disciplina della dichiarazione che, in base agli emendamenti, trova la sua prima scadenza al 30 luglio prossimo per gli immobili posseduti al 1° gennaio scorso. La norma nulla dice su quali siano i contribuenti obbligati all'adempimento (è presumibile che la norma si rivolga prima di tutto, anche se non solo, ai proprietari di abitazioni principali, "liberati" dall'imposta fin dal 2008), né su chi sia il destinatario della dichiarazione.
Tutti questi dubbi andranno chiariti dal decreto ministeriale che deve disegnare anche il modello di dichiarazione. Con le nuove scadenze fissate dal decreto fiscale nella versione rivista in commissione al Senato, però, la questione è urgente. Altrettanto urgente è la definizione dei modelli di versamento, a partire dall'individuazione del codice tributo.
Lo sanno bene i contribuenti che in queste settimane si sono recati ai centri di assistenza fiscale e che, alla richiesta di attivare meccanismi di compensazione con le imposte sui redditi nei modelli 730 di quest'anno, si sono visti "respingere" proprio perché manca lo strumento indispensabile a far girare il sistema.
«Ma nel frattempo avevamo già accolto 150mila contribuenti che dovremo far tornare indietro» denuncia il dg di Caf Acli, Paolo Conti. Con la stessa ansia attendono questo passaggio i Comuni, che chiedono l'attivazione di un doppio codice tributo per evitare di sobbarcarsi interamente i rischi di riscossione anche sulla quota erariale dell'imposta.
FONTE: IL SOLE 24 ORE |
Amedeo |
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vincenti
1029 Posts |
Scritto - 10/04/2012 : 10:54:08
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La disciplina dell'Imu è ancora incerta e sono incerte le risorse sulle quali i Comuni potranno contare per finanziare i servizi che i cittadini richiedono”.
Lo affermano in un documento i sei sindaci dei Comuni dell'area pisana, sottolineando che “tutti debbano contribuire al riequilibrio dei conti pubblici, come hanno fatto i Comuni negli anni passati, ma in un contesto di chiarezza che consenta di salvaguardare la programmazione delle risorse e dei servizi e, quindi, un rapporto trasparente tra cittadini e istituzioni”. I sindaci di Pisa, San Giuliano, Vecchiano, Calci, Vicopisano e Cascina spiegano che anche in tempi di crisi e tagli “hanno cercato di mantenere salvi i servizi, in particolare quelli sociali e per la pubblica istruzione” e si dicono preoccupati per la mancanza di chiarezza da parte del governo sui prossimi trasferimenti agli enti locali.
“La disciplina dell'Imu (che, in sostanza, sostituisce l'Ici) - scrivono - non è ferma, dato che verrà modificata con la legge di conversione del decreto di semplificazione fiscale previsto entro il 2 maggio. Non sono state ancora comunicate le stime di gettito dei singoli Comuni e l'importo dei trasferimenti . Sono molti a dire che la stima del gettito Imu fatta a livello nazionale (21,4 miliardi di euro) sia eccessiva, ciò comporterebbe, di fatto, ulteriori tagli ai trasferimenti dei Comuni”. |
g.vincenti |
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