Oltre al nodo Imu, il Governo deve anche completare il quadro normativo della fiscalità locale che prevede la nascita di un nuovo tributo comunale, ancora in attesa del decreto attuativo.
Il Dlgs 23/11 istituisce dal 1° gennaio 2014 l'imposta municipale secondaria, che dovrà sostituire tutti i tributi "minori": non solo quelli tradizionali - cioè la tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche (Tosap), l'imposta comunale sulla pubblicità (Icp) e il diritto sulle pubbliche affissioni - ma anche i prelievi alternativi introdotti dal Dlgs 446/97 come il canone per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche (Cosap) e il canone per l'installazione di mezzi pubblicitari (Cimp).
Il passaggio al tributo unico persegue finalità di semplificazione del comparto, che vede tra l'altro scomparire un'entrata extratributaria (Cosap), uniformando così anche il regime del contenzioso. Ma la disciplina applicativa è solo abbozzata dal Dlgs 23/2011 e viene rimessa all'apposito regolamento statale attuativo, non ancora adottato.
Peraltro i criteri direttivi contenuti nell'articolo 11 del Dlgs 23/11 fanno già intravedere alcuni profili critici. In particolare, il presupposto della tassazione sarà riconducibile all'occupazione degli spazi pubblici e non già alla diffusione dei messaggi pubblicitari. Sarebbero pertanto escluse tutte quelle forme di pubblicità che non occupano aree pubbliche: si pensi alle vetrine dei negozi e in genere ai messaggi pubblicitari esposti in ambiti privati. Soluzione però in contrasto con l'imposizione della pubblicità esposta su gru e torri installate in cantieri edili, introdotta dal decreto sulle semplificazioni fiscali (articolo 3 comma 16-****ies della legge 44/12).
Inoltre, trattandosi di un tributo unico, non sarà più applicabile la doppia imposizione - ora possibile tra Icp e Tosap - in caso di pubblicità effettuata su suolo pubblico, come affermato dalla giurisprudenza (si veda Cassazione 11377/12 e 13476/12). Tutto ciò dovrebbe comportare una perdita di gettito, al momento non quantificabile, facendo così venire meno l'effetto neutrale sui bilanci comunali che era stato invece previsto dalla relazione tecnica allegata al Dlgs 23/11. Senza considerare, poi, che dal 2014 il servizio delle pubbliche affissioni sarà facoltativo e i Comuni potranno individuare modalità alternative.
Insomma, si profila uno scenario piuttosto incerto che rende peraltro difficile per i Comuni procedere agli affidamenti esterni, specie nel caso di concessioni in scadenza (prorogabili fino al 31 dicembre). E si corre il rischio di un doppio salto nel buio. Il primo perché con il tributo unico non sarebbe possibile dal 2014 affidare all'esterno la sola Tosap o la sola imposta sulla pubblicità. Il secondo è causato dalle difficoltà per i Comuni di stabilire le condizioni contrattuali (economiche e operative) - e per i concessionari di valutarne la convenienza - stante l'incertezza sul gettito effettivo e sulle modalità applicative, peraltro con la disciplina sulla riscossione in corso di modifica. Resta sempre la possibilità di rinegoziare i contratti, ma si tratta di una soluzione spesso foriera di contenzioso.
FONTE: IL SOLE 24 ORE |