La soluzione dell'acconto Imu con l'aliquota base “è accettabile solo se viene poi garantita la copertura di liquidità per i Comuni”. Per il presidente dell'Anci, Graziano Delrio, intervistato dalla Stampa, “bisogna che lo Stato sia disponibile a fare anticipo di cassa”. “I tagli dei trasferimenti hanno già iniziato a mettere in ginocchio i Comuni: per molti, incassare solo l'aliquota base significherà un deficit di liquidità”, sottolinea Delrio.
“Molte amministrazioni già sono in anticipazione di cassa: non hanno entrate sufficienti per coprire i fabbisogni e rischiano di non pagare più gli stipendi”. Secondo il sindaco di Reggio Emilia, “nessuno potrà permettersi di non alzare né l'aliquota sulla prima né sulla seconda casa. Ovviamente tutti tendono a non alzare sulla prima: la stangata vera sarà sulla seconda abitazione”. Al momento, tuttavia, i Comuni che hanno deliberato le aliquote “sono pochissimi, sotto il 10%”. Delrio torna a chiedere che l'Imu “diventi municipale al 100%. La regolamentino i Comuni e lo Stato si riprenda i trasferimenti.
Altrimenti - aggiunge - che ci diano il 70% dell'aliquota”. Delrio prosegue sui tagli dei trasferimenti che “hanno già iniziato a mettere in ginocchio i comuni: per molti, incassare solo l'aliquota base significherà un deficit di liquidità. Bisogna quindi che lo Stato - prosegue - sia disponibile a fare anticipo di cassa”. Difatti molte amministrazioni, spiega Delrio, “sono già in anticipazione di cassa: non hanno entrate sufficienti per coprire i fabbisogni e rischiano di non pagare più gli stipendi”. Rispondendo alla domanda su quanti comuni hanno deliberato le aliquote, Delrio ha risposto che “i dati variano di giorno in giorno, ma quelli che hanno deliberato sono pochissimi, sotto il 10%”. “Stiamo litigando per conto dello Stato - ha spiegato il presidente Anci - mentre sarebbe giusto che i cittadini pagassero le tasse al sindaco e sapessero come i loro soldi vengono spesi”.
“Abbiamo chiesto al Governo che l'Imu diventi municipale al 100% - ha continuato Delrio - che la regolamentino i comuni e lo Stato si riprenda i trasferimenti. Altrimenti, che ci diano il 70% dell'aliquota”. “Sulla seconda ipotesi non c'è chiusura assoluta - ha concluso il presidente Anci - ma ci hanno detto che ci vuole tempo, non è possibile a breve. Poi abbiamo chiesto di esentare gli immobili di proprietà dei comuni tipo ex Iacp, e su questo c'è una timida apertura, con un emendamento al Senato. Il fatto è che lo Stato deve rinunciare a 350 milioni di euro. Ma il governo ha già promesso che troverà una copertura entro il passaggio alla Camera. Diciamo che è un passo avanti. Ma manca ancora la meta”.
Anche Alemanno ha parlato di carenza di liquidità nelle casse dei Comuni, intervenendo, come presidente del Consiglio Nazionale dell'Anci, dallo studio di Unomattina: «È in corso una trattativa con il Governo e ci auguriamo che intervengano aiuti che permettano ai Comuni di chiudere l'anno: noi avremo una carenza di liquidità tra settembre-ottobre». Ha proseguito Alemanno dicendo che «tutti i comuni hanno problemi di liquidità e la situazione è molto tesa. Noi rischiamo di essere i capri espiatori di tutta questa operazione molto pesante». (Roberta Scammacca) |