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85st

648 Posts

Scritto - 16/11/2011 :  11:14:41  Vedi il profilo  Modifica il topic  Rispondi quotando  Vedi l'indirizzo Ip dell'utente  Cancella il topic
dal sito ANCI

Manca un solo giorno alla scadenza. Fino a domani, infatti, le regioni hanno facoltà di definire gli ambiti territoriali per dare vita alle unioni.

In un articolo pubblicato oggi su Italia Oggi si fa il punto della situazione sull’associazionismo e su quanto deciso dai governatori di Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Basilicata, Veneto e Liguria, sottolineando che i ricorsi alla Corte costituzionale contro l'art.16 del dl 138/2011 si fanno sempre più incalzanti.

Dopo Toscana, Anci nazionale e sedi locali di Abruzzo e Puglia, anche la Lombardia ha deciso di impugnare dinanzi alla Consulta la norma, che impone ai comuni sotto i 1.000 abitanti di esercitare tutte le funzioni amministrative e i servizi pubblici in forma associata attraverso unione o convenzione.

Nel dettaglio, la Lombardia è interessata dall’obbligatorietà dell’unione o convenzione anche per gli enti sopra i 1.000 abitanti (fino a 3.000 in montagna e fino a 5.000 in pianura) che dovranno associare i 27 servizi inclusi nelle 6 funzioni fondamentali, due delle quali dovranno essere associate entro la fine dell’anno.

E se in Piemonte, il governatore Cota ha costituito da un paio di mesi un gruppo di lavoro tecnico, che ha proposto di suddividere il territorio regionale in aree omogenee per ciascuna delle quali sono stati individuati limiti demografici minimi (5000 abitanti per la pianura, 3000 per montagna e collina), in Emilia si è già un passo avanti, tanto che su 348 comuni 270 fanno già parte di Unioni (3.000 - 120.000 abitanti) e comunità montane e 45 di forme associate.

In Veneto, l'obiettivo di Luca Zaia è estendere l'obbligo dell'associazionismo di funzioni e servizi a tutti i comuni sotto i 5.000 abitanti (su 581 comuni dovranno riorganizzarsi 313 enti), mentre in Basilicata, in deroga alla normativa nazionale che prevede un limite di 10 mila abitanti, limite minimo per l’obbligatorietà dell’esercizio delle funzioni è stato fissato a quota 5.000.

Infine la Liguria, recentemente colpita dall’alluvione, al momento ha posticipato ogni decisione nonostante la Regione abbia già stanziato contributi per un massimo di 80 mila euro per incoraggiare l’associazionismo.

Valeriana

vincenti

1029 Posts

Scritto - 16/11/2011 :  21:56:47  Vedi il profilo  Edit Reply  Rispondi quotando  Vedi l'indirizzo Ip dell'utente  Cancella la risposta
La notizia della delibera emanata dalla Regione Lombardia di proposizione del ricorso alla Corte per la questione di illegittimità costituzionale, in particolare dell'art. 16 della legge 148/2011, che accoglie le richieste di Anci già avanzate in sede regionale in numerosi Consigli delle Autonomie locali, ci conforta innanzitutto nel proseguire con l'azione che abbiamo intrapreso sin dall'agosto scorso”. Lo ha dichiarato Mauro Guerra, Coordinatore nazionale dei Piccoli Comuni Anci, relativamente al provvedimento che prevede l'obbligo per i Comuni fino a 1000 abitanti di esercitare le funzioni amministrative e i servizi pubblici di loro competenza attraverso le Unioni dei Comuni.

“Da subito avevamo infatti messo in evidenza - rileva Guerra in una nota - che le nuove modalità di gestione associata dei servizi e delle funzioni comunali approvate in fretta e senza alcuna concertazione con i Comuni, oltre a problemi di applicazione pratica e di generale irrazionalità di quanto previsto, ponevano seriamente in discussione il senso stesso e la dignità di essere un piccolo Comune, in modo particolare dei quasi 2.000 enti con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti, obbligati a non gestire più nulla direttamente per i propri cittadini in virtù di un risparmio di spesa mai da nessuno quantificato. Tutto ciò - ha proseguito l'esponente dell'Anci - si inserisce inoltre, scompaginandolo, in un quadro di paziente e delicato equilibrio costruito in ormai oltre un decennio da oltre 1600 Comuni già uniti nelle 340 Unioni esistenti, la maggior parte già operative sotto questo punto di vista. L'Anci, per questi principali motivi, proseguirà con un serrato impegno nella sua azione volta ad abrogare l'art. 16 - ammonisce da ultimo Guerra – al fine di ricostituire quel processo di aggregazione territoriale che in molti Comuni era già in corso, ma con regole più funzionali e rispettose dell'autonomia comunale e degli effetti reali sulle popolazioni locali”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, Enrico Borghi, presidente della commissione montagna dell'Anci, che ha aggiunto: “Ci auguriamo che il ricorso di una Regione importante come la Lombardia sia il prologo di un pronunciamento più completo da parte del Parlamento, al quale chiediamo di eliminare definitivamente questo pessimo articolato nell'ambito della discussione che sta per riprendere sulla Carta delle Autonomie al Senato, per avviare davvero una stagione di riforme reali e sussidiarie.

g.vincenti
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