| T O P I C R E V I E W |
| 85st |
Posted - 01/04/2012 : 17:23:31 dal sito civicasrl.it
Eccoli i tanti attesi ritocchi all'Imu. Dei tre emendamenti al Dl fiscale depositati ieri al Senato dai due relatori, Antonio Azzollini (Pdl) e Mario Baldassarri (Fli) uno, il numero 4.1000, è interamente dedicato alla neonata imposta municipale sugli immobili. Con un occhio di riguardo per gli agricoltori che si vedono ridotto l'acconto di giugno al 30% e incassano l'esenzione per i capannoni ubicati nei Comuni di montagna oltre i 1.000 metri.
Ma un sospiro di sollievo potranno tirarlo anche, da un lato, i Comuni, che non riverseranno più allo Stato il gettito prodotto dai propri immobili; dall'altro, i proprietari di dimore storiche o di case inagibili: entrambi sono destinati a ottenere un abbattimento del 50% della base imponibile. Che i primi pagheranno con l'addio al regime Irpef di comodo previsto finora.
Rimandando su questi ultimi punti agli altri articoli in pagina, qui verranno approfonditi solo gli scenari che si aprono per l'Imu agricola. La proposta dei relatori, su cui le commissioni Bilancio e Finanze di Palazzo Madama saranno chiamate a esprimersi da lunedì, interviene su tre ambiti: dichiara esenti i fabbricati rurali strumentali siti nei municipi montani oltre i 1.000 metri (che saranno individuati con un decreto del Mef sulla base dei dati Istat); ripristina al 25% la riduzione della base imponibile per gli imprenditori agricoli professionali (i cosiddetti Iap); rivaluta di un altro 5% le rendite dei terreni posseduti da soggetti diversi dai coltivatori diretti e dagli Iap.
L'emendamento rivede poi la tempistica dei versamenti del 2012 per i fabbricati rurali strumentali. L'imposta resterà allo 0,2% (a meno che i sindaci non la riducano allo 0,1) ma a giugno andrà versato solo il 30 per cento. Il restante 70 verrà liquidato con il saldo di dicembre. Sempre per quest'anno, i versamenti relativi ai fabbricati rurali iscritti nel catasto dei terreni andranno effettuati in un'unica soluzione, e cioè a dicembre.
Completa gli interventi sul l'agricoltura la precisazione che sui terreni (anche se incolti) esenti da Imu si continuerà a pagare l'Irpef sui redditi fondiari e le relative addizionali. Oltre alla "sforbiciata" sui fondi di riequilibrio del federalismo e dall'eliminazione del regime agevolato sulle dimore storiche la manutenzione sull'imposta municipale sarà finanziata da una stretta sui costi da reato che varrà circa 150 milioni. I costi e le spese direttamente utilizzati per il compimento di delitti non colposi non saranno più deducibili anche in caso di sentenza di non luogo a procedere dovuta a prescrizione dei fatti contestati.
FONTE: IL SOLE 24 ORE |
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| vincenti |
Posted - 02/04/2012 : 14:24:00 dal sito civicasrl.it
La conversione in legge del decreto fiscale dovrebbe portare diverse novità sul fronte applicativo dell’Imu. La nuova imposta, che da quest’anno sostituisce l’Ici, è nata con un vizio genetico di fondo: la sua disciplina risulta distribuita in almeno tre fonti diverse: il Dl 201/2011 (Imu anticipata), il Dlgs 23/2011 (Imu ordinaria) e il Dlgs 504/92 (Ici), peraltro con diversi vuoti normativi che dovranno essere colmati in sede di conversione del Dl 16/2012.
Negli emendamenti dei relatori che arrivano oggi al voto viene infatti introdotto l’obbligo di dichiarare l’immobile entro 90 giorni dal possesso o dalla variazione, utilizzando l’apposito modello che dovrà essere approvato con decreto ministeriale, sentita l’Anci.
Per gli immobili posseduti al 1°gennaio 2012, in sede di prima applicazione, è prevista la dichiarazione entro il 30 luglio 2012. Restano comunque valide le dichiarazioni presentate ai fini Ici solo «in quanto compatibili», aspetto che probabilmente sarà chiarito in sede di approvazione del modello.
Diversamente da quanto affermato dalla relazione tecnica, manca il riferimento alle procedure di presentazione espletate attraverso il modello unico informatico e l’estensione dell’obbligo dichiarativo anche agli immobili esenti dall’Imu (essenziale per effettuare un’efficace attività di controllo), questioni che andrebbero chiarite. Si avvia a soluzione anche il problema degli immobili comunali non istituzionali, che non dovranno più pagare la quota riservata allo Stato.
La questione rischiava di diventare un tormentone per i Comuni, molti dei quali stanno peraltro ricorrendo alla potestà regolamentare prevista dall’articolo 59 lettera b) del Dlgs 446/97, per prevedere l’esenzione. L’esonero non troverebbe del resto ostacolo in alcuna norma del Dl201/2011,il cui articolo 13 comma11,terzo periodo, dichiara inapplicabili alla quota erariale le sole «detrazioni» e «riduzioni di aliquota».
Novità anche sul fronte dei bilanci. In primo luogo, si consente di iscrivere nel preventivo 2012 le entrate da Imu in base agli importi stimati dal ministero dell’Economia per ciascun Comune, autorizzando l’accertamento convenzionale provvisorio. Si tratta di una soluzione necessaria per approvare un bilancio con un minimo di certezza sui dati della riscossione.
Ma non è chiaro perché l’eventuale accertamento effettivo diverso dal convenzionale non consente di ottenere dallo Stato l’eventuale differenza. La norma sembra attribuire agli accertamenti presunti un valore legale superiore all’accertamento reale. Un evidente stratagemma per recuperare altre risorse, privo di giustificazioni sotto il profilo giuridico.
In secondo luogo si consente entro il 30 settembre 2012 di approvare o modificare il regolamento e le aliquote Imu.
Per approvare due aliquote – entro giugno e poi entro settembre – la norma introduce altrettante deroghe: la prima all’articolo 172 del Tuel, al fine di neutralizzare l’orientamento che impone di deliberare sulle entrate prima del bilancio; la seconda al comma 162 della finanziaria 2007, per deliberare oltre i termini previsti e quindi dopo il 30 giugno 2012. Tuttavia, oltre ai dubbi sull’efficacia retroattiva delle aliquote, questa soluzione creerà problemi, specie quando gli enti passeranno a controllare i versamenti 2012.
FONTE: IL SOLE 24 ORE |
| 85st |
Posted - 01/04/2012 : 17:38:34 “Dal Governo abbiamo ricevuto segnali positivi, che vanno nella giusta direzione, soprattutto per quanto riguarda l'Imu e i pagamenti, quindi il Patto di stabilità”: è quanto ha anticipato il presidente dell'Anci, Graziano Delrio, sull’esito del Tavolo di confronto con l'esecutivo, al quale ha partecipato, tra gli altri, anche il ministro per la Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi. “Ma al momento è prematuro tirare le somme sull'incontro - ha avvertito Delrio - perché sui risultati dell’incontro dovrò mettere al corrente tra poco l'Ufficio di presidenza dell'Anci e solo dopo sarà chiaro se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto”.
Una delegazione dell'Anci, composta dal presidente, Graziano Delrio e dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, infatti, si è recata ieri a Palazzo Chigi per un incontro con il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri. Al centro della riunione soprattutto le modifiche al Patto di stabilità per consentire i pagamenti alle imprese da parte della P.a.; le modifiche all'applicazione dell'Imu, come chiesto dai sindaci, e misure per aumentare l'autonomia organizzativa dei Comuni. A seguire, alle 13.30 di ieri, 29 marzo, si è svolta la riunione dell'Ufficio di presidenza dell'Anci che ha fatto il punto sull'esito del confronto con il governo. Al termine dell’ufficio di presidenza, Delrio ha incontrato i giornalisti presso la sede dell'Associazione dei Comuni, per riassumere e illustrare, nella conferenza stampa convocata ad hoc, tutte le decisioni assunte, e riferire sull’incontro della mattinata tra l’Anci e il Ministro dell'interno.
“Sblocco di un miliardo di euro di pagamenti in spesa corrente alle imprese creditrici della P.a.: su questo si è impegnato il governo. Un miliardo di pagamenti in spesa corrente potranno essere riconosciuti subito”, ha annunciato Delrio spiegando che altri pagamenti alle imprese creditrici potranno essere favoriti dall'accordo, appoggiato anche da Cdp, Abi, Stato e Comuni, che favorirà la possibilità per gli imprenditori di incassare direttamente i crediti. “Il meccanismo ancora non è chiaro - ha aggiunto però Delrio - aspettiamo di capire come sarà scritta la norma”. Cruciale, comunque, resta per i sindaci lo “sblocco della spesa in conto capitale” per gli investimenti: su questo il confronto è ancora aperto, ma per l’Anci è una “questione decisiva e indispensabile”.
“Il governo si è anche impegnato a trovare la copertura economica per esentare dal pagamento dell'Imu gli immobili comunali per l'edilizia popolare e con un fine pubblico – ha proseguito Delrio - Secondo i Comuni, le risorse necessarie da trovare per consentire l'esenzione ammontano a “360-370 milioni di euro e il governo si è impegnato a presentare al Senato un emendamento per coprire 200 milioni di euro, si è impegnato pure a trovare il resto delle risorse da coprire con un altro emendamento che sarà però presentato alla Camera.
Su questo c'è stato un primo passo - ha sottolineato Delrio - ricordando che sempre sul fronte dell'Imu l'esecutivo ha garantito che i Comuni saranno messi in condizione “di fare i loro bilanci sulla base delle stime del gettito Imu elaborate dal ministero dell'Economia”. Delrio, infatti, ha ricordato che i tagli ai comuni sono proporzionati al previsto gettito dell'Imu, pertanto “vivono ora una situazione di incertezza perché devono chiudere i loro bilanci. Incertezza sanata perché il governo si è ora impegnato a consentire di fare i bilanci comunali sulla base delle stime centrali”. Sempre riguardo all'Imu e sulla richiesta dei sindaci di un graduale trasferimento totale del gettito nelle casse comunali si aprirà un tavolo:
“Per noi il superamento dei trasferimenti statali resta un obiettivo inderogabile - ha affermato il presidente Anci - un tavolo sull'Imu che si riunirà dopo Pasqua e intanto aspettiamo di vedere gli emendamenti nel decreto fiscale. C'è stata un'apertura vera da parte del governo sulle richieste dei comuni di una maggiore autonomia organizzativa. Il governo si è impegnato a presentare tra domani e dopodomani alcuni emendamenti che vadano incontro alle nostre richieste - ha spiegato - Si comincia dal personale comunale impegnato nei servizi sociali: va considerato in maniera differente e ci sarà una maggiore flessibilità nel turn over. È stata inoltre accordata la possibilità di togliere dal calcolo delle spese quelle del personale delle partecipate”. (Roberta Scammacca)
venerdì, 30 marzo 2012 |
| 85st |
Posted - 01/04/2012 : 17:37:38 I Comuni avranno tempo per stabilire le aliquote Imu fino al 30 settembre, invece che fino al 30 giugno. E’ una delle novità contenute negli emendamenti al decreto fiscale presentati ieri e riportati oggi dal Sole24Ore. Come anticipato dai sindaci, ci sarà anche la possibilità di inserire nei bilanci preventivi le stime del Tesoro sul gettito Imu. Con una specifica: se le stime dell’Economia dovessero risultare troppo alte, la differenza la pagheranno i contribuenti, non lo Stato. Da qui la ragione del differimento del termine per stabilire le aliquote Imu nelle città. Tra le modifiche proposte ieri dai relatori Azzollini e Baldassarri, c’è anche l’esenzione Imu per gli immobili posseduti dai Comuni e per l’edilizia residenziale, come richiesto dall’Anci. Il prezzo da pagare sarà però un ulteriore taglio al fondo di riequilibrio, calcolato in 235 milioni nel 2012 e circa 164 milioni nel 2013, con un inasprimento delle sanzioni per chi non rispetta il Patto.
Altre novità riguardano l’esenzione per i capannoni agricoli ubicati nei Comuni di montagna oltre i mille metri di altezza e le dimore storiche o inagibili, che si dovrebbero vedere dimezzata la base imponibile. Per le dimore storiche, però, verrebbero allo stesso tempo eliminate le agevolazioni Irpef vigenti. |
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Posted - 01/04/2012 : 17:27:11 Finto beneficio per le dimore storiche. Il relatore ha presentato un emendamento (di fatto con l'imprimatur governativo) dove si introducono alcune agevolazioni minori all'Imu per castelli e palazzi vincolati, cancellando però i benefici fiscali di cui sinora avevano goduto per tutte le altre imposte.
I fabbricati classificati catastalmente A/9, infatti, hanno una storia particolare. Proprio per favorire i proprietari che si trovano a pagare onerose manutenzioni sotto l'occhio attento delle Soprintendenze, con la legge 413/91 era stato stabilito che la tariffa d'estimo su cui costruire rendita e valore imponibile Ici era in ogni caso quella «di minore ammontare tra quelle previste per le abitazioni della zona censuaria nella quale è sito il fabbricato». Quindi, tanto per fare un esempio, quella di una casa ultrapopolare con i servizi igienici sul ballatoio (categoria catastale A/5). Di fatto meno di un decimo dell'Ici "vera". In ogni caso si tratta di poche migliaia di fabbricati in tutta Italia vincolati in base alla legge 1089/39, poi sostituita dalla legge Urbani (decreto legislativo 42/2004).
Ora, con l'emendamento al Dl 16/2012, gli immobili storici (categorie catastali A/9, A/11, B6, B7, A1, A10, B4, D3 e D8) vengono ripescati stabilendo che la base imponibile Imu sarà dimezzata. Ma con una precisazione devastante: viene abrogata proprio la norma-base, l'articolo 11, comma 2, della legge 413/91.
Quindi di fatto l'Imu rappresenterà comunque un aggravio dal 500% in più rispetto all'Ici. Il danno vero, però, riguarda le altre imposte: l'Irpef innanzi tutto e poi le imposte sulla compravendita. La circolare delle Entrate 2/E del 17 gennaio 2006, infatti, aveva dichiarato «cessata la materia del contendere» relativamente alla questione, dopo parecchie sentenze di cassazione, riconoscendo che in ogni caso e per tutte le imposte la base imponibile era quella ridotta. E persino in caso di affitto Irpef si pagava non sui canoni ma sulla mini base imponibile. Almeno sinora.
FONTE: IL SOLE 24 ORE |
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Posted - 01/04/2012 : 17:24:10 Tempi supplementari per le aliquote Imu, che i Comuni potranno fissare (insieme al regolamento) entro il 30 settembre anziché entro il 30 giugno. Per quella data, infatti, dovrebbero essere aggiornate le stime sul gettito di ogni ente elaborate dal dipartimento Finanze, e i sindaci potranno ritoccare la richiesta per coprire quel che eventualmente non torna. Nel frattempo, per chiudere i bilanci preventivi (i termini per l'approvazione restano fermi al 30 giugno) torna l'«accertamento convenzionale» basato sulle prime stime disponibili.
La norma, comunque, si preoccupa di chiarire che se il gettito reale si rivelerà inferiore a quello accertato convenzionalmente, non scatterà alcuna compensazione statale: a pagare dovranno essere i contribuenti, e proprio a questo servono i tempi supplementari per fissare regolamenti e aliquote.
I nuovi correttivi alla disciplina Imu contenuti negli emendamenti al decreto fiscale, che fanno rispuntare anche gli obblighi dichiarativi (se ne occuperà un Dm), denunciano in modo chiaro le difficoltà di gestione del debutto accelerato della nuova imposta.
Non tutta l'architettura, però, sembra definita, perché ad esempio manca una clausola di salvaguardia per il pagamento degli acconti: l'appuntamento alla cassa è per il 16 giugno, cioè tre mesi e mezzo prima del nuovo termine per decidere il conto definitivo da presentare a ogni proprietario, e nessuna regola stabilisce a chiare lettere le modalità di calcolo dell'acconto.
In una delle prime versioni del decreto fiscale era spuntata l'idea di far pagare l'acconto sulla base delle aliquote di base previste a livello nazionale (4 per mille per l'abitazione principale e 7,6 per mille per gli altri immobili), ma forse per evitare troppi problemi di liquidità non è sopravvissuta nel testo definitivo.
Gli emendamenti, comunque, risolvono qualche altro problema per i conti locali. Vengono esentati dalla «quota erariale» (cioè il 50% dell'imposta calcolata ad aliquota di riferimento) «gli immobili posseduti dai Comuni (e) siti sul proprio territorio», eliminando così il paradosso del sindaco chiamato a pagare l'imposta municipale allo Stato. Con la stessa regola, viene cancellata la quota erariale anche per gli alloggi Iacp e per quelli delle cooperative a proprietà indivisa, evitando così di far gravare doppiamente sui Comuni il peso del trattamento fiscale agevolato riservato a questi immobili.
In fatto di Imu, però, nessun pasto è gratis, e le novità costano ai Comuni un taglio ulteriore al fondo di riequilibrio per 235 milioni nel 2012 e 164,05 milioni nel 2013, oltre all'inasprimento delle sanzioni per gli enti che non rispettano il Patto: il taglio al loro fondo sarà pari all'entità dello sforamento, perché viene cancellato il tetto che impediva sforbiciate superiori al 3% delle entrate. Slitta al 31 ottobre, infine, il termine per fissare le regole del patto regionalizzato.
FONTE: IL SOLE 24 ORE |
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