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Posted - 08/03/2013 : 20:35:10 L’Adunanza Plenaria, nella pronuncia in commento, scioglie gli ultimi dubbi sulla legittimità dell’indizione di un’asta con offerta economica al rialzo per l’assegnazione degli spazi pubblici disponibili per gli impianti pubblicitari ad affissione diretta.
In effetti, secondo un orientamento sostenuto dal Consiglio di Stato e dal Consiglio di Giustizia, gli imprenditori sarebbero titolari di un diritto alla libera attività di affissione diretta, sottoposto ad autorizzazione onerosa al fine di salvaguardare valori estetici, ambientali e viabilistici. Sarebbe, così, illegittimo il provvedimento comunale che subordina l’accesso alla pubblicità stradale anche a concessione, con gara per l’attribuzione dell’area.
Viceversa, un secondo orientamento - accolto in una pronuncia del Consiglio di Stato e condiviso dai T.A.R. -, l’accesso alla pubblicità stradale sarebbe contingentato, stante la limitatezza degli spazi disponibili. Per cui, sarebbe legittima la concessione degli spazi pubblicitari tramite gara.
L’Adunanza Plenaria aderisce a quest’ultimo orientamento, affermando che: “E’ legittima la previsione di una procedura competitiva ad evidenza pubblica per la concessione degli spazi pubblici da utilizzare per la collocazione di impianti pubblicitari per affissione commerciale da parte di operatori economici privati”.
“In fatto la collocazione degli impianti pubblicitari commerciali su aree pubbliche urbane […] è vincolata dalla naturale limitatezza degli spazi disponibili all’interno del territorio comunale, ulteriormente ristretta per effetto dei vincoli sia di viabilità sia di tutela dei beni culturali gravanti sul territorio. Ciò motiva la statuizione di cui all’art. 3, comma 3, del citato d.lgs. n. 507 del 1993, per cui ciascun Comune “deve” determinare, oltre la tipologia, anche “la quantità” degli impianti pubblicitari e approvare un “piano generale degli impianti”, con la delimitazione della superficie espositiva massima dei diversi tipi di impianti (nella prassi ripartita tra le zone del territorio urbano), definendosi con ciò un mercato contingentato.”.
Si configura con ciò un rapporto tra l’ente locale e il privato il cui modello di riferimento, alla luce della sua qualificazione sostanziale, è quello concessorio.
S. Dettori |
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